Maria Grazia Muccio, anni 27. “Ogni colore ha una propria vita segreta” così citava il maestro dell’Astrattismo Vasilij Kandiskij, principale fonte di ispirazione per i suoi lavori,  concepiti, naturalmente, preservando quel tocco di originalità o per meglio dire quell’essenza di creatività, in quanto non si può rincorrere l’ombra di qualcuno, sia in campo artistico che nel quotidiano. Nonostante non possieda alcun background in Arti Figurative, essendo laureata in Lingua Russa ed Inglese, da perfetta “outsider” , sembrerà scontato, lo so, ha iniziato a dipingere per puro diletto,  per scaricare i pensieri negativi, quali ansia, paura o stress, nonché per evadere letteralmente dalla cosiddetta “comfort zone”:  crede personalmente che certe situazioni vadano affrontate di petto, tentando perfino quel grande salto nel vuoto, anziché rimanere intrappolati in un limbo profondo da cui diviene sempre più difficile riemergere. Si è cimentata in diverse tecniche espressive, più di tutte, lo stile astratto, dal momento che di rado viene compreso, tantomeno apprezzato, tuttavia ciò non toglie che possa rivelarsi un veicolo adatto a suscitare e a trasmettere quelle emozioni recondite nel nostro animo, quei sentimenti autentici che non sempre riusciamo ad esternare con immediatezza in un mondo dove mostrarsi “dolcemente fragili, magari vulnerabili” è  oramai “etichettato” come sintomo di debolezza. Quando dipinge, non parte mai da uno schema prefissato, le piace vivere alla giornata buttando di getto idee in maniera tale da generare un caledoscopio di colori ,motivi, forme e tonalità, un prodotto che possa colpire lo spettatore nel cuore o nella mente, ma soprattutto che possa renderlo partecipe di questo magico universo, chiamato arte o – se proprio dovessi utilizzare un sinonimo- vita!